mercoledì 9 maggio 2012

...sogni valsuganotti

A volte quando si parte per un' impresa ci si chiede se si potrà essere all' altezza della prova, a volte capita di iniziare a correre conoscendo troppo bene il proprio limite, perchè quando ti misuri con atleti di alto livello è fin troppo facile quantificarlo.
A volte è la consapevolezza che ti permette una calma che forse il forte non ha, perchè solo chi sta davanti ha qualcosa da perdere.. qualcuno drasticamente dice che il secondo è il primo dei perdenti... 
"So quello che farò". E al cancello della partenza della qualificazione era perfettamente chiaro quello che avrei fatto: se non vai di fisico, tamponi di tecnica. 
Se non hai la giornata storta pure di tecnica...
Perciò meglio evitare,meglio concentrarsi sul suono del conto alla rovescia e poi scattare alla nota alta del via, la liberazione da ogni pensiero che non sia un simbolo della cartina che si ha in mano. 
Un buon primo chilometro veloce, poi inizia un pò ad appannarsi la mente, ma mantengo la costanza e la precisione. Odio le farfalle in carta, ma tutto fila liscio, recupero qualche avversario, ma sento che il passo in salita non è quello che vorrei, nel piano tanto meno. 
Ma la gara non è lunga e l' arrivo si staglia davanti con il lungo corridoio sul prato. 
Con mio sommo stupore mi qualifico 4° in una semifinale dove in buona ipotesi mi sarei dato 8°. (Michael 3 - 3 Roland).

A volte capita pure di sbagliare strada, anche quando il tuo gioco (cit.) preferito è trovare quella migliore.
E a volte questo si paga quando imbocchi per Lamon, percorrendo un' infinita suicida tornantosa stramulattiera asfaltata che ti dovrebbe portare più velocemente alla zona gara.
Perciò un pò bianco in viso e con la stanchezza del giorno prima, ancora una volta sembra di vedere già scritte le classifiche finali. Mastico un pò di brioches sperando di riprendere colore in una giornata che è grigia di pioggia, e mentre il blu che fisso è quello della Tarz-O-tenda stando disteso sul telone, la gente intorno a me si prepara e Roland impartisce gli ordini che tutti già conoscono fin troppo bene.
Già, perchè tutti lì dentro hanno un gran sogno da far indossare alla propria gara, mentre la mia ha un sederone largo che voglio portare a casa con dignità, senza alcuna illusione.
E allora arriva il mio turno e Roland mi minaccia di sberle per svegliarmi fuori: "come si fa ad arrivare alla finale middle e avere quella faccia da sonno un' ora prima della gara? Hai fatto bene ieri, oggi è la tua occasione e puoi fare meglio! Devi tenere duro, menare via e stringere i denti che dopo ne hai di tempo per riposarti...ne hai di tempo per riposarti....riposarti... riposarti...".
E' un eco in ogni passo del riscaldamento, ce n' è di tempo per riposarsi ma ora devono essere 40 minuti di fuoco, fuori l' anima e via dentro all' inferno fino al suono del finish.
Penso che mi costringerò a correre, anche quando non ne avrò più. 
Biip!
Farfalle, ancora farfalle. E salita, subito al primo punto. Ma oggi il fisico mi dice di sì e io comincio a menare via, e con una sorprendente precisione. Aggredisco le salite, divoro le discese. Allungo e dopo le farfalle vedo la scritta Osterreich che mi passa. Non male, ho resistito bene. Vedo MicF e avanzo. Prendo una scelta diversa dall' austriaco, lui sbaglia e al punto ci reicontriamo ma lui mena e scappa di nuovo. Ma anch ' io meno e comincio a recuperare qualcuno. Sulla metà gara abbondante le salite si fanno pesanti ed è qui che mi convinco a correre comunque; abbozzo passi sulle punte quando la salita non mi permette il ritmo e mi impongo di aggredire il dislivello.
La fine si avvicina, manca l' aria, ma di cuore mi sforzo a spingere e aumento negli ultimi punti, sbucando sul pratone dell' arrivo. La 100. Lo sprint. La fine. Di una gara praticamente perfetta tecnicamente, praticamente al limite fisicamente, oltre al limite nella motivazione.
6° nella classifica del campionato, 8°assoluto, sono quelle cose dove metteresti la firma se te le proponessero in anticipo.

E a volte succede ti svegli il lunedì mattina per andare a lavorare e ti chiedi se è stato solo un piacevole sogno...
(Michael 4 - 3 Roland)






Nessun commento: